Natale su Eternia

titoloIl blog Myniature augura buon Natale 2016 recuperando un “racconto illustrato” che risale in realtà al 2010. Il testo è mio così come le foto e ogni pupazzo mostrato: nessun Master è stato ferito durante la lavorazione!

Natale su Eternia

È Natale sulla Terra. Lo è anche su altri pianeti?

La domanda del capitano Krik non è oziosa: dal punto di vista temporale è ovvio che una data è una data ovunque (anche se venissero usati altri calendari per definirla), ma se si considera la Natalità – si chiede il capitano – ci sarà anche su altri pianeti una ricorrenza che festeggi la nascita del Salvatore?

«“Salvatore”?» chiede il dottor McAfee. «Ma come parli?»

«Sta’ buono, Doc!» lo zittisce il capitano. «È Natale e io parlo così!»

«Veramente, capitano» interviene il signor Speck, «il Natale non è altro che la forzata sovrapposizione cristiana di una festa preesistente, il Sol Invictus, che…»

«Va bene, va bene, lo so», sbotta il povero capitano, «lo sappiamo tutti. Mi fate però entrare un po’ nello spirito natalizio? Voglio sapere se è Natale anche su altri pianeti!»

«Ma che senso ha?» insiste McAfee. «In tante parti della Terra non esiste il Natale così come lo concepiscono i cristiani: perché non andiamo lì?»

«Perché solo guardando persone distanti da noi ci possiamo commuovere: quando le stesse persone ci stanno sotto casa, non vediamo l’ora che le caccino via!»

«Amen», concluse Speck.

«Quindi, capitano, vuole affrontare un viaggio spaziale alla cieca alla ricerca del Natale alieno?»

«Esatto, Doc, e visto che voi due verrete con me, vi conviene sbrigarvi a far entrare un po’ di bontà e spirito natalizio nel cuore, se no vi sbatto davanti a una corte marziale per insubordinazione!»

«Amen», concluse Speck.

1

Inizia così il viaggio dei tre spaziali: un viaggio breve, in realtà, grazie all’uso del teletrasporto. Una volta in posizione, i tre viaggiatori sono colpiti da un raggio de-particellinizzante (o almeno così gli ha detto il tecnico per giustificare la parcella astrale) e ogni loro molecola viene smembrata e ricomposta nel punto di arrivo. È un’operazione sicura ma non sono esclusi cambiamenti strutturali del corpo: l’ultima volta il capitano si è ritrovato con il gomito del tennista senza sapere bene come.

«Si parte per Eternia», esclama entusiasta a gran voce il capitano.

«A chi lo sta dicendo?» chiede McAfee.

«E su che base ha scelto quel pianeta?» chiede Speck.

«Un’altra parola e vi aspetta la corte marziale!» chiude il discorso Krik.

2

I tre viaggiatori si ritrovano sulla superficie notturna di Eternia, davanti alle rovine di quello che doveva essere una statua maestosa.

«Guardate!» esclama Krick. «Delle vestigia del passato!»

«“Vestigia”?» chiede McAfee. «Anche parlare così fa parte del Natale?»

«Ci troviamo davanti ad una grande verità, signori», continuò il capitano, fingendo di non aver sentito. «Più sono grandi le civiltà, più sono grandi le tracce che lasciano una volta cadute.»

«Mi permetta di dissentire, capitano» interviene timidamente Speck. «La nostra civiltà ha conquistato lo spazio, eppure quando cadrà non lascerà che qualche scheda di memoria.»

«Sciocchezze», sbotta McAfee: «lasceremo tanto di quell’inquinamento che al confronto le Piramidi d’Egitto sembreranno ghiaia da giardino!»

«Signori, vi prego», chiude il discorso Krik. «Avrete tempo al bar per discutere di questi argomenti: ora godiamoci il Natale su Eternia

«Veramente non sappiamo ancora se qui festeggiano il Natale…»

3

Il capitano non fa in tempo a rispondere che un’orribile creatura urlante sbuca fuori dall’oscurità. Il suo grido minaccioso fa sussultare i tre viaggiatori, che solo allora rimpiangono di essere partiti senza alcun tipo di arma: un’altra decisione “natalizia” del capitano…

4

Ma proprio mentre disperano, un raggio laser scaturisce dall’oscurità e i tre spaziali vengono salvati in extremis da uno sconosciuto gigante.

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Con un ingombrante fucilone in braccio e un piede sulla pelosa creatura appena abbattuta, il gigante si rivolge ai tre viaggiatori.

«Salve, nanerottoli. La mamma non vi ha detto che è pericoloso girare da soli di notte?»

«Ti ringraziamo, sagace sconosciuto», dice il capitano.

«“Sagace”? Capitano, il Natale a lei smuove tutto il vocabolario!»

Krik ignora il dottore e continua. «Tengo comunque a precisare che non siamo nanerottoli e che il tempo dei consigli materni è passato da un bel po’. Siamo tre viaggiatori spaziali provenienti dalla Terra, in visita qui per conoscere il vostro Natale.»

«Dalla Terra? Corpo di mille zaprobat: era una vita che non sentivo nominare quel posto! Non so cosa accidenti sia questo Natale che state cercando, ma lo stesso vi do il benvenuto su Eternia

«Noi ignoriamo cosa sia uno zaprobat, ma lo stesso accettiamo il benvenuto.»

6

«Permettete che mi presenti», continua il gigante. «Mi chiamo Charlie Hero, eroe con un occhio solo: ne ho viste poche ma ne racconto tante! Sono colui che ha affrontato il demone serpente dalla lingua lunga quando assaltò l’ufficio postale e minacciò di leccare tutti i francobolli: per sconfiggerlo mi è bastata della carta assorbente! Ho affrontato lo scheletro infernale dalla mano luminescente che si nascondeva nella foresta: ho gridato “ciao” al buio, lui ha alzato la mano luminescente per rispondere al saluto e l’ho individuato subito! Ho affrontato Itterus, il diavolo giallo in perenne attesa di un fegato nuovo: gli ho detto che nella città accanto la lista di attesa per i trapianti è più corta, e se n’è volato via. Ora sono problemi loro, mica posso fare tutto io!»

«Ehm, le sue rocambolesche avventure si addicono al nome che porta, signor Ciarliero…» dice il capitano.

«Charlie Hero», precisa il gigante. «Con l’acca muta.»

«Almeno quella…» bisbiglia McAfee.

«Voi invece chi siete?» chiede Charlie. «Così piccoli avrete sicuramente piccole storie da raccontare…»

«Non siamo noi che siamo piccoli, signor Hero: è lei che è un gigante.»

«E le spara altrettanto giganti», bisbiglia McAfee.

«È tutto relativo, signori», interviene Speck.

«Mi avete fatto venire il mal di testa, gnappetti!» sbotta Charlie Hero. «Ma visto che oggi è Ideale sono costretto ad essere buono con il prossimo.»

«Ah!» esclama il capitano Krik. «Lo chiamate in modo diverso ma è la stessa cosa: siamo venuti su questo pianeta proprio per conoscere la vostra versione del nostro Natale.»

«In realtà», interviene McAfee, «noialtri siamo qui perché rischiavamo la corte marziale.»

«La pianti, Doc», lo zittisce il capitano. «Signor Hero, può portarci in un qualche luogo dove questo vostro Ideale venga festeggiato in grande stile?»

«Ma certo, tappo.»

«Sarei capitano: il capitano Krik. Questo è l’ufficiale medico McAfee e lui è l’ufficiale scientifico signor Speck», precisa stizzito Krik.

«Ok, capitappo e tappetti sfusi, vi porto nell’unico punto di Eternia in cui venga festeggiato l’Ideale.»

7

Durante il viaggio sullo scomodo mezzo di trasporto di Hero, Speck ipotizza che Eternia sia stata in passato una colonia terrestre, anche se poi dimenticata, e che gli uomini rimasti si siano evoluti in altezza ed ora risultino molto più alti dei progenitori della Terra.

«E come mai parliamo la stessa identica lingua?» chiede McAfee.

«Lo sa che lei è un grandissimo scocciatore?» risponde Speck, perdendo gran parte del suo proverbiale aplomb. Il silenzio imbarazzato lascia in sospeso la domanda.

8

«Eccoci arrivati alla festa dell’Ideale», esclama ad un certo punto Charlie Hero, fermando il suo scalcinato automezzo.

Lo spettacolo che si apre davanti ai viaggiatori spaziali è devastante: una conca nella roccia gremita di esseri mostruosi.

«Ma sono tutti giganti!» esclama Krik. Poi si rivolge a Charlie Hero. «E tu ci chiami tappi: in confronto a loro sei tu il tappo!»

«Vero», ammette l’eroe da un occhio solo. «Ma voi lo siete ancora di più di me. Non so come funziona sulla Terra, ma qui chi ha un difetto si rifà con chi ne ha uno peggiore.»

«Si vede proprio l’origine comune…» bisbiglia McAfee.

«Come mai queste creature hanno tutti sguardi molto tesi?» chiede Speck.

«Perché sono tutti nemici», racconta Charlie Hero. «Quelli che vedete qui sono rappresentanti di fazioni avversarie, di clan e tribù che passano tutto l’anno ad ammazzarsi l’un l’altro nei modi più fantasiosi e creativi. Nessuno ricorda bene il perché di tutta questa violenza, ma alla fin fine non serve un motivo per uccidersi. Non so come funziona sulla Terra, ma qui basta appartenere ad una fazione avversa per essere ammazzati.»

«Da noi invece», precisa il capitano, «basta molto meno!»

«Ehi», esplode il dottore, «sono io che devo fare i commenti cinici!»

9

«Comunque», prosegue l’eroe bendato mentre guida i viaggiatori terrestri, «oggi, il giorno dell’Ideale, è l’unico momento dell’anno in cui si depongono le armi (sia metaforicamente che fisicamente, come potete vedere qui) e si dà prova di bontà superiore: cioè si evita di massacrare il nostro prossimo per un qualche vago motivo di cui si ha appena memoria.»

«E a cosa si deve questo giorno così fausto?» chiede il capitano.

«“Fausto”?» sottolinea McAfee.

«Non so chi sia questo Fausto, ma so che oggi si festeggia un’Idea: la cui esistenza è indimostrabile, la cui essenza è intangibile, la cui esperienza è fugace… Capirla è un atto di fede: è l’unico atto di fede possibile su Eternia

«È tutto bellissimo», dice Krik, «ma non ho capito una mazza: puoi dirla alla maniera terrestre… cioè terra terra?»

«Questo è un popolo guerriero, rude e istintivo. Conosce solo la guerra e la morte, il sangue e la vita. L’unica concezione immateriale esistente è un’Idea, un entità la cui essenza viene tramandata di generazione in generazione tramite questo giorno di festa: un giorno in cui non si uccide.»

«Va bene», interviene il dottore, «ma un’idea di cosa? Un’idea di per sé non è niente se non è legata a un concetto.»

«Veramente sin dal finire degli anni Settanta terrestri si è pensato all’idea come entità a sé, che contagi le menti come un virus…»

«Speck!» lo interrompe il capitano. «Già c’è questo Ciarliero a confondermi…»

«Charlie Hero», torna a specificare l’eroe. «E nessuno di questi mostroni ha idea di cosa possa legarsi all’Idea: loro festeggiano un’Idea e basta, ed è già tanto!»

10

L’eroe si avvicina ad una specie di capanna con tre enormi creature all’interno.

«Ciao, amici!» grida Charlie Hero alla volta dei mostroni, ma non sembra che questi lo conoscano: probabilmente lui si sta solo approfittando del fatto che in questo giorno le creature non possono uccidere nessuno. «Ogni anno si riuniscono qui i tre più potenti capi dei tre più potenti clan», racconta l’eroe, «e rinnovano il patto di non ammazzarsi come cani, almeno in questo giorno. L’idea che possa esistere la pace, l’idea che si possa convivere, l’idea che ci si possa amare l’un l’altro come se stessi… tutto questo è l’Idea, anche se probabilmente questo popolo non sa descriverla con queste parole.»

«Questo è lo spirito natalizio!» sussulta il capitano. «Il Natale sulla Terra è la stessa cosa: si festeggia la nascita della speranza…»

«Ma veramente…» comincia Speck.

«Questo è il Natale!» lo interrompe bruscamente Krik. «È così o quando torniamo vi aspetta la corte marziale.»

«Ma io non ho detto niente…» bisbiglia McAfee.

«Tu hai già detto troppo, sin dall’inizio», lo rimprovera Krik. «Sempre lì a sputare i tuoi commentini cinici…»

«Scusate!» li interrompe Charlie Hero. «Stavamo parlando di un’idea di pace e fratellanza: la piantate di litigare o devo spararvi come ho sparato prima al mostrone pelosone?»

D’improvviso si alza un brusio: tutte le creature nella grotta cominciano a parlare sottovoce. La lingua è sconosciuta, ma i nostri viaggiatori non hanno difficoltà a comprenderne il contenuto.

«Signor Hero», interviene Speck, «sbaglio o lei ha appena confessato di aver ucciso qualcuno nell’unico giorno in cui è vietato farlo?»

«Ma ha parlato nella nostra lingua», gli risponde McAfee, «come possono averlo capito?»

«Ha ragione il tappetto scientifico», risponde Hero mentre si guarda in giro atterrito. «Quella della morte è una lingua universale.»

«Veramente…» comincia Speck, ma non è più il momento di parlare. Raggiunto di gran carriera l’automezzo, l’eroe e i viaggiatori se la danno a gambe di volata.

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È il momento degli addii.

«Tornate quando volete, tappetti spaziali», si commiata Charlie Hero. «Ho ancora mille roboanti avventure da raccontarvi.»

«Se tutte finiscono che tocca correre, amico Ciarliero», risponde Krik, «è meglio di no.»

«Charlie Hero», corregge ancora l’eroe. «Salutatemi i terrestri e le loro guerre: spero che almeno nel giorno del vostro Natale vi fermiate a riflettere su un’Idea, ed evitiate di ammazzarvi l’un l’altro.»

«Noi siamo un popolo più progredito», risponde il capitano Krik. «Noi non ci fermiamo mai…»

L.

9 thoughts on “Natale su Eternia

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