Leggendo questo post del blog “The Reign of Ema” mi è venuta l’idea per questa rubrica, che condivido con il mio blog “Myniature” (dedicato ad action figures, figurini e giocattoli vari della mia collezione): grazie dunque Emanuele per il “contagio”!
L’immagine qui a sinistra rappresenta una pubblicità apparsa sul numero 1430 (24 aprile 1983) dello storico settimanale “Topolino”, mia lettura prediletta dell’epoca. Avevo nove anni, stando alla data dell’albo, ma dalle mie ricerche – basandomi cioè sulle rare foto che in famiglia si scattavano all’epoca – l’astronave ritratta l’ho ricevuta in regalo nel Natale del 1985.
Credo di dire cosa ovvia quando affermo che l’unico regalo degno di questo nome è una confezione di Lego: non esiste altro regalo natalizio, almeno fino a 15 anni. Una volta, ero piccolissimo, una zia provò a regalarmi dei calzini: non ricordo cosa ho detto, aperto il regalo, ma mi hanno detto che la mia risposta non è stata diplomatica. Da allora quella zia non mi ha mai più regalato nulla.
Mi spiace… ma pure tu! Regali dei calzini ad un bambino? Ringrazia che ancora non conoscevo le parolacce!
Avevo già un’astronave Lego almeno dal Natale del 1983 (ne parlerò in un altro post), ma questo modello n. 6980 – che oggi scopro chiamarsi Galaxy Commander – aveva qualcosa… non lo so, quest’astronave l’ho sempre considerata un capolavoro inarrivabile.
Dire che ero innamorato di quella pubblicità di Topolino non rende: per mesi ci ho vissuto in perfetta simbiosi. Quando la sera mi mettevo a vedere i miei cartoni animati diseducativi – perché oggi “Lupin III” e “Lamù” mi sa che non sarebbero concessi ad un bambino di 9 anni! – mi mettevo la pubblicità dell’astronave vicino e, durante le migliaia di pubblicità in un’epoca non ancora normata, me la guardavo, l’accarezzavo e sognavo.
Sognavo storie ambientate in quel mondo “legoso”, sognavo storie da far vivere ai due astronauti ritratti, e contemporaneamente lanciavo leggerissimi segnali ai miei genitori: se non mi avessero comprato quell’astronave sarei morto di dolore… E la tecnica passivo aggressiva funzionò.
Sarà che ero piccolo io, ma la confezione di questa astronave mi sembrava grande, enorme: sarebbe uscita fuori una vera astronave, grandissima. E poi nella parte posteriore si apriva ed usciva fuori un laboratorio scientifico… mio Dio, c’erano così tanti dettagli e particolari che i miei ricordi si sono espansi e mi sembra di aver costruito un palazzo.
Riguardando oggi le istruzioni mi sembra una robina minuscola.

Retro delle istruzioni
Paradossalmente non ho molti ricordi del tempo passato a costruire e giocare con l’astronave, gli unici flash che mi rimangono risalgono a quei magici giorni natalizi in cui sapevo c’era quella confezione sotto l’albero e, forte delle vacanze scolastiche, ci giocai a lungo e con violenta passione.
I ricordi più cari e teneri, però, rimangono quelli passati seduto su una sedia, a vedere i miei cartoni adorati, accarezzando un foglio di carta strappato a “Topolino”: quella pubblicità, ogni volta che la guardo, mi sussurra Natale…

Natale 1985 in casa etrusca
In chiusura, la foto qui sopra dimostra come l’astronave Lego mi sia stata regalata nel Natale 1985, insieme a Kobra Khan (1984), il Signore dei Serpenti dei Masters of the Universe quando ancora non esisteva la serie Snake Men.
L.
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Non amavo la linea dello spazio.
Eppure quando vedevo i modellini a casa dei miei amici mi piacevano un sacco.
E vedere questa astronave vintage mi fa dire: “che bel regalo di Natale!”.
Non c’è nulla da dire, i Lego sono i Lego.
Bellissimo avere degli scatti a testimonianza di quei giorni. Non sono un amante delle foto, ma mi dispiace, ora, non avere foto dei miei modellini :).
Ahhahaah povera zia! Però diamine, c’hai rimesso un regalo!
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La zia poteva pensarci, prima di regalare pedalini a un bambino!! 😛
In casa mia si scattavano forse 5 foto l’anno, spesso anche meno, ma pur senza averlo previsto sono rimaste su pellicola tracce di un passato “legoso” che sfrutterò per un ciclo di post.
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Come di là!
Aggiungo solo che nella foto da bambino sembri il ragazzino di Daddy’s Home! 😁
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ahaha la prendo come un complimento 😛
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Bellissimo post.
Mamma mia, eri il prototipo del nerd, da piccolo XD
Meraviglioso playset, non c’è che dire, soprattutto le pubblicità facevano sognare, immaginare storie e situazioni…
P.s. regalare calzini dovrebbe essere punibile legalmente.
Moz-
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Occhialuto, impacciato, pettinato: dài, non avevo speranza 😀
Quanto ho sognato con quelle pubblicità di Topolino, fra Lego, Masters e il resto: davvero pezzi di cuore ^_^
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